Il 14 ottobre u.s., si è svolta sull’isola di Inhaca (Provincia di Maputo, Mozambico) la cerimonia di inaugurazione dei lavori di riqualificazione/costruzione di parte delle infrastrutture della Stazione di Biologia Marina di Inhaca (EBMI), dell’Universidade Eduardo Mondlane (UEM). L’evento ha visto, tra gli altri, la presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Mozambico, Gianni Bardini, del Vice-Ambasciatore, Eugeniu Rotaru, del Titolare dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – Sede di Maputo, Paolo Enrico Sertoli, e del Magnifico Rettore dell’Università Eduardo Mondlane (UEM), Manuel Guilherme Júnior, insieme ad altre autorità governative, donatori e rappresentanti delle autorità locali e religiose.
L’AICS sta appoggiando l’EBMI attraverso diversi programmi, afferenti al settore ambientale (in particolare, Mangrowth, RINO e BioForMoz), contribuendo alla formazione di risorse umane e alla riabilitazione e costruzione di alcune infrastrutture, con l’obiettivo di appoggiare il trasferimento di conoscenze e la formazione delle competenze scientifiche locali, nel tentativo di “decolonizzare” la ricerca e la gestione delle risorse naturali del Mozambico.
Tra i lavori effettuati presso la EBMI, spiccano la riqualificazione dei dormitori e del refettorio, oltre alla nuova costruzione del laboratorio di ricerca che doterà la Stazione dei locali e degli equipaggiamenti adatti a compiere ricerche scientifiche sia in ambito secco e sia in ambito umido.
La delegazione, accolta dalle massime cariche del Municipio di Inhaka ha avuto modo di visitare le infrastrutture. I nuovi dormitori, con capacità di ospitare 58 studenti e docenti, cosi come il refettorio e il laboratorio, sono indispensabili per mettere a disposizione le condizioni ottimali ai ricercatori nazionali e internazionali coinvolti nello studio della ricca biodiversità dell’isola, che per la maggior parte è identificata come riserva naturale e ospita vari biomi, dalle barriere coralline più a sud del pianeta, a dune, mangrovie, aree umide e ospita tra le altre cose famiglie di Dugonghi (considerata a livello mondiale una specie vulnerabile). Durante la cerimonia si è potuto constatare l’utilizzo delle nuove infrastrutture che in questi giorni ospitano studenti italiani e mozambicani che partecipano alla seconda edizione della Summer School, un programma che, con il supporto del progetto Mangrowth, è focalizzato sullo studio degli habitat a mangrovie. La delegazione ha avuto l’opportunità di interagire con gli studenti e conoscere i loro lavori.
La delegazione ha anche visitato le infrastrutture che ospiteranno il laboratorio, che avrà la capacità di accogliere almeno 10 ricercatori contemporaneamente. Il laboratorio è composto da un laboratorio umido, utilizzato per lo studio di campioni biologici marini in condizioni controllate, e un laboratorio secco, destinato all’analisi di campioni prevalentemente terrestri e all’elaborazione dei dati. Questi due tipi di laboratori sono fondamentali per un’indagine completa sugli ecosistemi marini e costieri dell’isola di Inhaca. Difatti la EBMI ospita i ricercatori mozambicani della UEM e di altre istituzioni nazionali così come di istituzioni dell’Africa australe per svolgere ricerche sulla tutela della biodiversità marina.
L’Ambasciatore d’Italia in Mozambico, Gianni Bardini, ha sottolineato che “La ricerca e la protezione dell’ambiente marino sono ancora più cruciali nel contesto della preservazione ambientale, poiché i danni causati alle risorse marittime, sebbene meno visibili rispetto a quelli terrestri, sono enormi.” Ha anche ribadito che “L’ambiente è fondamentale per tutti noi, essendo essenziale per garantire e promuovere un futuro per le nuove generazioni. Abbiamo una responsabilità morale importantissima: consegnare il pianeta ai giovani nelle condizioni migliori.”
Da parte sua, il Rettore dell’Università Eduardo Mondlane, Manuel Guilherme Júnior, ha ringraziato il governo italiano “il nostro partner, che ci ha sostenuto negli ultimi 45 anni. Questa cooperazione è stata importante per l’UEM e ha permesso che l’UEM raggiunga le mani dei mozambicani, attraverso le azioni di insegnamento, nell’ambito della ricerca e anche dell’estensione e dell’innovazione.” Ha anche avvertito sull’importanza della sostenibilità, “non solo in termini di scienza e ricerca, ma anche nella preservazione delle infrastrutture qui costruite, affinché possano durare e beneficiare non solo questa generazione, ma anche le future, che avranno bisogno di queste strutture.”
L’evento si è concluso con una visita al Museo dell’EBMI, dove un tecnico ha evidenziato la ricca storia della stazione, fondata nel 1951, e le oltre 12.000 specie registrate a Inhaca, comprese oltre 150 specie di coralli, 300 specie di uccelli e quattro specie di tartarughe. Il tecnico ha presentato alcuni esemplari, come uno scheletro di dugongo, un animale in via di estinzione che, grazie agli sforzi dei partner, compresa la Cooperazione Italiana, sta tornando nelle acque di Inhaca.