L’11 settembre, si è tenuta presso l’Università Eduardo Mondlane (UEM) la cerimonia di chiusura del progetto AID. 12089 BioForMoz – Supporto alla Ricerca Ambientale, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) nel perido 2021-2024. L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’Ambasciatore d’Italia in Mozambico, Gianni Bardini, del Rettore dell’UEM, Manuel Guilhermo Junior, del Titolare della Sede AICS-Maputo, Paolo Enrico Sertoli, e della Direttrice del Centro di Biotecnologia dell’UEM, Luciana de Araújo.
Il progetto, avviato nel mese di luglio 2021, è stato implementato dal Centro di Biotecnologia dell’UEM in collaborazione con un consorzio di Università italiane, guidato dall’Università di Sassari (UNISS). BioForMoz ha avuto come obiettivo principale la formazione di ricercatori e docenti delle istituzioni biomediche dell’UEM e lo sviluppo di una rete di infrastrutture e laboratoriali di eccellenza presso alcuni centri della UEM (in particolare, Centro di Biotecnologia e Museo di Storia Naturale). Queste infrastrutture hanno svolto un ruolo essenziale nella produzione di ricerca scientifica, innovazione e prestazione di servizi orientati alla risoluzione di problemi ambientali e sanitari in Mozambico.
Durante la cerimonia, sono stati evidenziati i principali risultati raggiunti dal progetto, tra cui l’assegnazione di 28 borse di studio di Master e Dottorato a giovani mozambicani. Alcuni degli studi finanziati da queste borse hanno affrontato, ad esempio, l’analisi della prevalenza del colera nella provincia di Sofala dopo il ciclone Idai, nonché la valutazione genetica dei bufali africani nel Paese.
È stata altresì sottolineata la creazione del BioBanco per la conservazione della biodiversità, che attualmente conta oltre 200 specie acquatiche e 100 specie terrestri, costituendo una risorsa importante per la preservazione della biodiversità mozambicana. Inoltre, è stato menzionato lo sviluppo di infrastrutture laboratoriali sull’Isola di Inhaca.. Questo spazio permetterà l’indagine della biodiversità unica dell’Isola di Inhaca, che ospita il più meridionale dei reef corallini del mondo, da parte di scienziati mozambicani e internazionali.
L’Ambasciatore d’Italia in Mozambico, Gianni Bardini, ha sottolineato l’importanza dell’investimento nella ricerca scientifica, evidenziando che i “paesi più avanzati sono quelli che investono fortemente in questo settore”. Bardini ha inoltre sottolineato che, nonostante la conclusione, l’impatto del progetto perdurera’grazie alla rete di relazioni stabilita tra l’UEM e prestigiose università italiane, come La Sapienza, Genova, UNISS, Parma, e l’Istituto di Ricerca sulle Acque d’Italia (IRSA)
L’Ambasciatore ha anche enfatizzato la necessità che le università non siano viste come “torri d’avorio” distanti dalla comunità. “Dobbiamo sfruttare tutte le opportunità per connettere la ricerca accademica alla creazione di lavoro e servizi per la popolazione”, ha affermato, citando come esempio la creazione di posti di lavoro nelle riserve e nei parchi del Mozambico.
Il Rettore dell’UEM, Manuel Júnior, ha lodato il “notevole contributo” del progetto alla formazione istituzionale, evidenziando l’accreditamento dei laboratori e i progressi nel controllo della qualità degli alimenti, dell’acqua e dell’ambiente, in conformità con gli standard internazionali. Il Rettore ha mostrato particolare soddisfazione per il fatto che oltre l’80% delle borse di studio sono state assegnate a donne, riconoscendo l’importanza della partecipazione femminile nei settori STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) come mezzo per promuovere l’uguaglianza di genere.
La chiusura del progetto BioForMoz segna la fine di una fase, ma gli sforzi dell’AICS nella promozione della biodiversità in Mozambico continuano, con iniziative come il restauro del Museo di Storia Naturale e il nuovo progetto nel Parco Nazionale di Chimanimani che vede il centro di biotecnologia partner della cordata di università che andranno ad implementare il programma, segnando in forma ancora più netta il passaggio da ente beneficiario delle azioni della cooperazione Italiana ad ente esecutore. È importante ricordare anche che il centro, attraverso il programma RINO, attualmente sta fornendo servizi di consulenza alla polizia criminale del Governo del Mozambico con formazioni laboratoriali ai tecnici forensi atte a combattere i crimini commessi contro la biodiversità del Paese.
Infine, grazie all’appoggio della cooperazione italiana che ha contribuito ad elevare il centro a istituto di riferimento, si ricorda che dal 2019, lo stesso fa parte della rete di laboratori Enhancing Research for Africa Network, promosso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.