Oltre 100 partecipanti provenienti da 14 distretti in cui il DELPAZ è in fase di attuazione, nelle province di Sofala, Manica e Tete, insieme ai partner, si sono riuniti ieri a Chimoio (Manica) per riflettere sui quattro anni di esecuzione del programma, concordando sul fatto che il DELPAZ stia consolidando comunità più giuste, pacifiche e resilienti.
Nel seminario di riflessione su esperienze, lezioni e buone pratiche di inclusione sociale, dialogo per la costruzione della pace ed equilibrio di genere nello sviluppo locale, i partecipanti hanno sottolineato che le esperienze più rilevanti si concentrano sulla valorizzazione della diversità e sulla promozione del dialogo.
È stata messa in evidenza la maggiore partecipazione delle donne, la valorizzazione delle voci locali, il rafforzamento del dialogo comunitario – che riconosce e valorizza le lingue locali –, l’equità nelle opportunità, la reintegrazione di gruppi storicamente emarginati come ex-combattenti e vittime di conflitti, considerati percorsi essenziali per consolidare una società più giusta, pacifica e resiliente.
Intervenendo all’occasione, Osman Cossing, coordinatore dei Programmi dell’Istituto per la Democrazia Multipartitica (IMD) – organizzatore dell’evento – ha affermato che la “Pace è autentica quando è inclusiva e le voci sono ascoltate e valorizzate”, sottolineando che “la democrazia inizia dal dialogo”.
Tony Mossio, coordinatore del DELPAZ per la componente di governance locale attraverso il Fondo di Capitale di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCDF), ha ricordato che sono stati forniti sostegni a tutti i livelli, in un processo inclusivo, partecipativo e sensibile alle differenze culturali, di genere e ideologiche, nonostante le difficoltà iniziali dovute a una comprensione limitata del programma.
A sua volta, Pedrito Cambrão, direttore della Facoltà di Scienze Sociali e Umanistiche dell’Università Zambeze, affrontando il tema “Pace, governance e sviluppo locale inclusivo nel contesto post-conflitto”, ha sottolineato che senza pace tutto è instabile e fragile, insistendo sulla necessità di pratiche educative che curino le ferite del passato, consolidino il dialogo, la riconciliazione, il perdono, l’ascolto e la condivisione.
“La corda che non è ben annodata, si scioglie alla prima pioggia”, ha detto riferendosi al fatto che, se non verranno trattati con serietà gli impegni del processo di Smobilitazione, Disarmo e Reintegrazione (DDR) degli ex-combattenti della Renamo, “rischiamo di riaprire vecchie ferite e perdere il filo sottile che ci mantiene uniti”.
Richiamandosi al proverbio “il fiume non beve la propria acqua”, ha fatto appello al potere esecutivo di non agire a beneficio personale, ribadendo che “non c’è pace che resista senza il popolo”.
Testimonianze
Le testimonianze dei beneficiari, che hanno condiviso le trasformazioni vissute nelle loro comunità, sono state uno dei punti salienti della presentazione dei risultati storici del DELPAZ, fatta da Giulia Zingaro dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che attua il programma nelle province di Manica e Tete, con il sostegno di Helpcode – a capo del consorzio di ONG a Manica – e di Save the Children a Tete.
Isac Cerveja, presidente del Ponto Verde di Báruè, nel distretto di Manica, ha ricevuto forti applausi dichiarando: “Eravamo piccoli contadini, ora siamo piccoli imprenditori”, frutto della visione ampliata che considera l’agricoltura un vettore di sviluppo.
“L’ampliamento del Ponto Verde a cinque ettari ha permesso l’acquisto di una motopompa di irrigazione con risorse proprie derivanti dalla vendita dei prodotti agricoli, e ora il DELPAZ ha fornito un sistema capace di irrigare fino a 60 ettari di terreni coltivati”, ha raccontato, evidenziando anche il legame con il mercato, inclusa la partecipazione alla FACIM lo scorso anno e quest’anno, come elemento chiave per la sostenibilità finanziaria.
Dal canto suo, Alcélia Aristide Saimon, beneficiaria del programma DELPAZ, ha raccontato che, dopo aver seguito un corso di taglio e cucito, sta confezionando vestiti da vendere nelle comunità remote con scarso accesso all’abbigliamento; nelle comunità prive di risorse, scambia vestiti e uniformi scolastiche con mais, garantendo così la frequenza scolastica dei bambini.
Armando Taunde si è detto soddisfatto dell’inclusione dei suoi figli nelle formazioni in diverse aree pratiche e ha chiesto che il programma venga esteso ad altri distretti non ancora coinvolti.
I consulenti indipendenti Luís Taiado e Nelson Moda hanno presentato i risultati preliminari di uno studio sulle lezioni e buone pratiche di inclusione sociale, empowerment di genere, dialogo per la costruzione della pace e sviluppo locale equo, evidenziando una partecipazione più ampia e attiva delle donne, comprese le beneficiarie del DDR, e sottolineando che il DELPAZ è riuscito a radicarsi nelle comunità.
Tuttavia, hanno avvertito che, nonostante i progressi, permangono sfide, come la scarsa articolazione tra partner, governi locali e comunità durante l’attuazione del DDR, oltre a percezioni di stigmatizzazione ed emarginazione da parte di alcuni membri del DDR che ancora non si identificano pienamente con il programma.
Data la complessità del contesto mozambicano, segnato da periodi di conflitto armato e tensioni politico-sociali, è stato lanciato un appello al rafforzamento del dialogo, considerato uno strumento indispensabile per la costruzione di una pace sostenibile.
Il Segretario di Stato della Provincia di Manica, Lourenço Lindone, che ha aperto e chiuso l’evento, ha elogiato l’impegno dei partner della cooperazione nella ricerca di risorse per finanziare programmi volti a migliorare la vita sociale della popolazione delle tre province.
“Le principali linee di intervento del DELPAZ, [programma del Governo del Mozambico finanziato dall’Unione Europea] hanno integrato gli sforzi del governo centrale e locale nella promozione di buone pratiche per una convivenza sociale armoniosa nelle comunità”, ha sottolineato Lourenço Lindone.