Presentazione Piano Indicativo Pluriennale (PIP) 2022-2026

“Fare sistema per uno sviluppo sostenibile: in Mozambico si può!” Con questo invito si è conclusa la riunione di presentazione del Piano Indicativo Pluriennale (PIP) 2022-2026, oggi a Maputo.

“Vi invitiamo a considerare questo Piano come un tassello del ‘puzzle’ e a mettere in campo tutte le risorse per completarlo, in ottica di condivisione di un percorso di cooperazione, lungo già oltre 50 anni”. È stato questo l’invito del Titolare di Sede AICS Maputo, Paolo Enrico Sertoli, ai rappresentanti delle OSC, dell’ICE, delle Università che, in presenza e da remoto, hanno partecipato oggi alla presentazione del Piano Indicativo Plurieannle.

È la prima volta che un Piano Indicativo Pluriennale viene presentato, in Mozambico, agli attori della cooperazione italiana allo sviluppo, come hanno notato alcuni rappresentanti delle OSC presenti.

Grande apprezzamento per l’iniziativa è stato anche espresso dall’Ambasciatore d’Italia, Gianni Bardini: “una occasione di dialogo per fare Sistema, in modo aperto e trasparente”.

La principale novità del PIP è l’impostazione di un quadro comune di risultati per garantire l’accompagnamento del Piano, monitorare il suo contributo al Piano di Sviluppo Nazionale attraverso un Sistema di monitoraggio congiunto, partecipativo,  per riorientare in-itinere azioni e risorse, in seguito al quale, come conseguenza diretta, poter attingere a nuove fonti di finanziamento.

Smartphone e galline

Il signor Artur Mainato Randim non vuole più sentir parlare della guerra. Il tempo gli ha fatto dimenticare quei giorni terribili e ora vuole solo pensare alla sua fattoria e guardare al futuro. È uno dei DDR, le persone che sono entrate nel programma di disarmo, smobilitazione e reintegrazione, frutto dell’accordo di pace di Maputo firmato nel 2019.

Il signor Artur vive nella comunità di Missoche, nel distretto di Dôa, nella provincia di Tete.

In passato produceva mais, arachidi, fagioli e nehmba, banane e canna da zucchero. Ma il suo sogno era quello di coltivare pomodori e cavoli.
Con l’arrivo di DELPAZ – il programma del governo mozambicano finanziato dall’Unione Europea – nel distretto di Dôa, il suo sogno è diventato realtà.

Attraverso la Fondazione SEPPA – membro del consorzio che lavora con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – ha ricevuto semi di cavoli, pomodori e fagioli. Inoltre, ha ricevuto una formazione per produrre questi ortaggi nel suo campo di 9800 metri quadrati.

Il raccolto è stato generoso e con la vendita degli ortaggi il signor Artur ha potuto acquistare anche uno smartphone e cinque galline.
Ora si mette al lavoro. Ha in programma di aumentare l’area di produzione a due ettari e di coltivare cavoli, cavolini, carote e cipolle nella seconda stagione dell’anno in corso.

“Spero davvero che DELPAZ rimanga qui perché ha portato tanti benefici alla nostra comunità”, afferma convinto il signor Artur, il cui sogno ora è quello di diventare un agricoltore modello e di essere un esempio per l’intera comunità.

20 anni di ricerca verso l’eccellenza e l’innovazione scientifica: scoprire e pensare il futuro

20 anni di ricerca verso l’eccellenza e l’innovazione scientifica: scoprire e pensare il futuro” è il motto che accompagna le celebrazioni per il ventesimo anniversario del Centro di Biotecnologia dell’Università Eduardo Mondlane (CB-UEM), in programma dal 12 al 16 maggio 2025.

Nel suo intervento di apertura, Lucinda de Araujo, attuale direttrice del CB-UEM, ha sottolineato l’importanza del Centro e della sua filosofia orientata a rispondere ai bisogni del Paese. Ha inoltre invitato i fondatori e i pionieri del CB-UEM a raccontare “com’è stato” arrivare a questo anniversario così significativo per la scienza mozambicana.

Lucinda de Araujo ha evidenziato come “il CB-UEM sia stato cruciale nella rilevazione e nella lotta contro parassiti e malattie che colpiscono piante, animali e esseri umani, offrendo supporto a numerose istituzioni nazionali. Il Centro ha operato nella diagnosi di virosi nei gamberi, zoonosi come la leptospirosi e nel controllo degli OGM. Si è inoltre distinto nell’ambito della risposta nazionale alla pandemia di COVID-19, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Sanità”.

Secondo Paolo Sertoli, direttore dell’AICS-Maputo, il motto scelto “riflette perfettamente lo spirito visionario che ha guidato il Centro”. Nella sua dichiarazione, ha messo in evidenza il modello operativo alla base della cooperazione tra l’Università Eduardo Mondlane e la Cooperazione Italiana: “La fiducia reciproca tra le parti è un valore aggiunto fondamentale, senza il quale forse non saremmo qui oggi a celebrare questo traguardo. È un valore sul quale dobbiamo riflettere con attenzione, perché rappresenta il risultato globale che ogni iniziativa di cooperazione dovrebbe perseguire”.

Sertoli ha sottolineato inoltre che “in questi 20 anni, il Centro di Biotecnologia ha raggiunto con successo i propri obiettivi fondamentali, costruendo una solida base di competenze locali, elemento cruciale per lo sviluppo sostenibile. L’investimento nella formazione avanzata dei ricercatori, nel trasferimento tecnologico e nello sviluppo infrastrutturale è stato uno dei pilastri fondamentali del sostegno italiano attraverso l’AICS”.

 

Ha aggiunto che “in questa nuova fase, il Centro di Biotecnologia assume un ruolo strategico come fornitore di servizi specializzati, che l’AICS è orgogliosa di mobilitare nello sviluppo dei progetti in corso — in particolare nel sostegno fornito al SERNIC attraverso il Programma RINO — e anche nelle future iniziative, nelle quali la ricerca scientifica sarà posta al centro come motore di uno sviluppo sostenibile, equo, rispettoso della biodiversità, promotore della vita e del benessere umano”.

Il Rettore dell’UEM, Manuel Guilherme Junior, ha ribadito l’importanza della Cooperazione Italiana nella fondazione stessa del Centro, che sin dai suoi inizi ha visto il coinvolgimento di numerosi docenti italiani nel suo sviluppo.

 

Luis Neves, ex direttore del CB-UEM, in un discorso sentito, ha ricordato il sogno che ha dato vita al Centro: un sogno che ha coinvolto molti docenti e studenti, mozambicani e stranieri, tra cui diversi professori italiani che hanno contribuito ad alimentarlo, trasformandolo in una realtà viva.

Siamo orgogliosi di avere il primo master OneHealth al mondo, un traguardo reso possibile dalla nostra fiducia in un curriculum integrato sin dall’inizio”.

 

Anche Joaquim Saíde, altro ex direttore del CB-UEM, ha sottolineato l’importanza della Cooperazione Italiana, ringraziando diverse università italiane — in particolare quella di Sassari — e professori come Mauro Duranti, Mauro Colombo ed Elisa Taviani, tra gli altri,  per il loro contributo determinante alla nascita del master.

Il programma prosegue nei prossimi giorni con tavole rotonde, fiere, visite al CB-UEM da parte degli studenti e il lancio della campagna “CB-UEM 20 anos: mãos que pensam e ajudam” (“mani che pensano e aiutano”), a sottolineare come il benessere comunitario sia uno dei pilastri della filosofia del Centro.

Mozambico: lanciati due nuovi bandi per iniziative in affidamento a OSC

La nostra Sede ha lanciato il bando “eCRVS – Supporto alla modernizzazione del sistema del registro civile e delle statistiche vitali del Mozambico” (AID 11650) e “Rigenera: Riqualificazione Integrata del Bairro Chamanculo C a Maputo – Progetto di promozione dello sviluppo socioeconomico locale e della salvaguardia ambientale” (AID 11649.02.4), entrambi in affidamento a OSC.

Gli avvisi con i relativi allegati si posso scaricare nella sezione dedicata del nostro sito o sul sito della Sede centrale di Roma, mentre la scadenza per la presentazione delle proposte é il 27 Maggio 2019.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise in missione in Mozambico

Una delegazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZSAM) si è recata a Maputo per verificare le condizioni del Laboratório Veterinário Central (LCV) di Maputo, valutarne le attività diagnostiche, il sistema qualità e le procedure di biosicurezza.

La missione si é realizzata dal 24 al 28 febbraio 2020 nell’ambito dell’iniziativa di gemellaggio, appoggiata dall’AICS, tra il Laboratorio veterinario di Maputo e l’IZSAM, che rappresenta un’eccellenza nel campo della sanità pubblica veterinaria.

L’iniziativa, la cui conclusione é prevista per il mese di maggio 2020, si propone di rafforzare le capacità tecniche del personale e delle procedure diagnostiche del LCV e di facilitare la produzione di dati scientifici.

 

Inclusione e disabilità: l’impegno dell’AICS in Mozambico promuove formazione e lavoro per i giovani

Secondo l’ultimo censimento (2017), la disabilità in Mozambico riguarda il 2,6% della popolazione, e i giovani sono tra le categorie più a rischio di esclusione sociale ed economica.

Con l’obbiettivo di promuovere formazione e lavoro per le persone con disabilità, l’iniziativa “PIN: percorsi partecipativi per l’inclusione economica dei giovani con disabilità in Mozambico” si è concentrata proprio sui giovani. Tra le attività realizzate: 3 Centri di Formazione Professionale al nord, centro e sud del Paese riabilitati e resi accessibili, dotati di strumenti tecnologici e di 3 uffici per l’inclusione; 120 borse di studio garantite a studenti con disabilità, per permettere loro di frequentare corsi di formazione professionalizzanti, e servizi di orientamento al lavoro personalizzati; 300 persone formate in metodologie didattiche inclusive, sistema Braille, lingua dei segni, metodologia di ricerca emancipatoria, tecnologie abilitanti; 60 kit di lavoro distribuiti agli studenti più meritevoli: con gli “strumenti del mestiere”, i giovani potranno avviare le proprie attività commerciali in autonomia; 3 pulmini per il trasporto di studenti con disabilità fisica consegnati e operanti.

Il progetto PIN, realizzato attraverso le OSC AIFO, ISCOS e Terre des Hommes e in collaborazione con il Forum delle Associazioni Mozambicane delle persone con disabilità FAMOD, si è concluso il 5 febbraio, con una cerimonia alla quale hanno partecipato insieme ad AICS le autorità mozambicane, e in particolare il Segretario Nazionale per la Gioventù e l’Impiego, e i rappresentanti delle OSC italiane e mozambicane. Nonostante la conclusione dell’iniziativa, tutti i partecipanti hanno manifestato la volontà di proseguire il proprio impegno per promuovere l’inclusione dei giovani, in società dove nessuno sia lasciato indietro.

      

 

Recupero della resilienza multidimensionale nei distretti di Ibo e Búzi

Beira, Giovedi 4 Novembre 2021 – Lanciato con successo il progetto “Recupero della resilienza multidimensionale nei distretti di Ibo e Búzi”, finanziato da AICS nell’ambito del Programma “RINO – Risorse, Innovazione e Sviluppo per le Aree di Conservazione”, del valore di 9,5 milioni di euro. Organizzata dal partner UN-Habitat, esecutore dell’iniziativa insieme a UNESCO ed ILO, la cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Esecutivo del GREPOC (Gabinete de Reconstrução Pós-Ciclone) Paulo Mandlate, della Direttrice della Sede AICS di Maputo Ginevra Letizia, del Governatore del Distretto di Ibo Issa Satar Momade e dei rappresentanti delle Agenzie UN coinvolte.

Per un valore di 2,7 milioni di euro, il progetto ha durata triennale e punta sull’adozione multidimensionale ed integrata di due diverse metodologie per il recupero resiliente: una per le aree soggette a ciclone e una per quelle colpite da alluvioni, selezionando – d’accordo con le priorità del Piano di ricostruzione post-ciclone – i Distretti di Ibo e Buzi. L’iniziativa servirà anche da quale modello pilota.

Nello specifico, le quattro componenti mirano a (i) sviluppare quadri di azione locale per il recupero fisico, sociale ed economico e la resilienza post-catastrofe; (ii) accompagnare la riabilitazione sostenibile e resiliente del patrimonio fisico e culturale locale, con attenzione agli impatti ambientali; (iii) consentire la ricostruzione sostenibile degli insediamenti umani; (iv) facilitare la ripresa socioeconomica e la creazione di posti di lavoro.

Il ciclone Idai e Kenneth nel 2019, così come Eloise nel 2021, hanno causato danni significativi in ​​tutto il paese; in particolare Idai ha provocato inondazioni nei fiumi Pungué e Búzi, colpendo aree urbane, periurbane e rurali. In totale, più di 17.000 famiglie sono state spostate a causa dell’impatto del ciclone, di cui 11.300 nella sola provincia di Sofala. Successivamente, il ciclone Kenneth ha causato danni significativi nel Nord del paese. Nel distretto di Ibo, circa il 90% delle abitazioni è stato danneggiato parzialmente o del tutto, insieme alla maggior parte dei mezzi di sussistenza e delle infrastrutture pubbliche. L’immenso patrimonio architettonico, storico e culturale di questa zona si e’ fatto ancora più vulnerabile; di conseguenza, queste due aree di intervento richiedono un approccio multidimensionale per supportarne il recupero.

 

Analisi del rischio e ai sistemi di allerta precoce

La geomorfologia, l’idrografia, l’orografia e il profilo climatologico del Mozambico rendono il paese particolarmente vulnerabile agli impatti dei fenomeni climatici estremi:  cicloni, inondazioni, temperature e precipitazioni estreme, tutti fenomeni che hanno impatto  negativo sul tessuto sociale, produttivo e sulla economia nazionale.

Inoltre, nel corso degli ultimi decenni, l’intensitá e la frequenza di questi eventi tendono ad aumentare, incrementando i livelli di vulnerabilità, con particolare riferimento alle comunità locali residenti in zone costiere e rurali del Paese.

All’analisi del rischio e ai sistemi di allerta precoce è stato dedicato il seminario “Analisi del rischio e sistemi di allerta precoci per la resilienza climatica”  – organizzato dall’Insituto Nacional de Gestão e Redução do Risco (INGD) dalla OSC italiana WW-GVC, la Fondazione CIMA, con il sostegno e la partecipazione di ECHO, dell’Ambasciata italiana a Maputo e dell’UNDRR –  con l’obiettivo di condividere le conoscenze e le esperienze tra i diversi attori nazionali e internazionali su come la conoscenza del rischio su base scientifica e un sistema di allerta precoce efficiente possano consentire uno sviluppo sostenibile, mitigando le perdite economiche causate da eventi catastrofici e guidando gli investimenti futuri in Mozambico.

La Sede AICS di Maputo, in considerazione dell’impegno profuso nel corso degli ultimi anni in risposta a vari accadimenti climatici estremi (tra gli altri, cicloni Idai e Kenneth e, El Nino) è stata invitata a fornire un contributo di natura tecnica. Per AICS di Maputo, ha partecipato il Titolare di Sede, Paolo Enrico Sertoli, descrivendo la risposta di emergenza della Cooperazione italiana allo sviluppo/AICS negli ultimi anni in Mozambico, attraverso la presentazione delle principali iniziative settoriali implementate dalla Sede. In particolare, é stata presentata la risposta italiana a tre eventi specifici: nel 2015-16, il fenomeno meteorologico di portata globale El Niño che ha causato la peggiore siccità degli ultimi 35 anni nella maggior parte dei Paesi dell’Africa meridionale; il ciclone tropicale Idai (2019) e il ciclone tropicale Kenneth, che ha colpito il Mozambico settentrionale appena sei settimane dopo il ciclone Idai.

La risposta dell’AICS ha gradualmente incluso componenti di conoscenza del rischio e sistemi di allerta precoce multirischio, una best practice che ha coinvolto in modo orizzontale le comunità locali per la loro partecipazione attiva alla implementazione dei piani locali di adattamento al cambiamento climatico.

 

 

L’acqua: uno strumento di pace

Si celebra oggi,  22 marzo, la Giornata mondiale dell’acqua, una data cruciale che ci ricorda l’importanza di questa risorsa vitale per la sopravvivenza umana e l’equilibrio degli ecosistemi. Il tema di quest’anno, “Sfruttare l’acqua per la pace”, sottolinea la capacità dell’acqua di promuovere la pace e la cooperazione tra comunità e Paesi.

In Mozambico, la parola “acqua” inizia con la “m”. Mati, massi, mazhi, matchi, mave, madzi, maze, madi, madji – tutte queste varianti risuonano con la radice “m” e sono strettamente legate alla fertilità, alla vita e alla femminilità. L’acqua, come una donna incinta, si adatta alle circostanze, supera gli ostacoli e dà vita alla vita. È una metafora potente che riflette la natura trasformativa e vitale dell’acqua.

Tuttavia, quando l’acqua è scarsa o inquinata, quando le persone hanno un accesso diseguale o non hanno alcun accesso, possono sorgere tensioni tra le comunità e i Paesi. Il cambiamento climatico sta esacerbando queste sfide, rendendo ancora più urgente la necessità di unirsi per la protezione e la conservazione di questa preziosa risorsa.

In risposta a crisi come l’epidemia di colera in Mozambico, le organizzazioni internazionali, in collaborazione con le istituzioni mozambicane come il Fondo centrale di risposta alle emergenze (CERF), hanno svolto un ruolo cruciale, fornendo finanziamenti per garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici di base a centinaia di migliaia di persone. L’acqua contaminata è il principale mezzo di trasmissione del colera; quindi, garantire l’accesso all’acqua potabile è un modo efficace per fermare l’epidemia. La cooperazione internazionale, compreso l’investimento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) nel CERF, dimostra la forza della solidarietà e della cooperazione globale.

Inoltre, iniziative come il workshop sul monitoraggio e la qualità dell’acqua che si è svolto dal 28 al 29 novembre 2023, organizzato dal centro di biotecnologia dell’Università “Eduardo Mondlane” (UEM) con il supporto dell’AICS, evidenziano l’impegno costante per una gestione sostenibile delle risorse idriche: sono state evidenziate le sfide che il Mozambico deve affrontare, soprattutto dopo eventi meteorologici estremi come i cicloni, e l’importanza della cooperazione internazionale e dello scambio di conoscenze per affrontare queste sfide.

A Cabo Delgado, l’AICS insieme alle Nazioni Unite – in particolare il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e il Programma Alimentare Mondiale (PAM) – ha sostenuto le istituzioni mozambicane per fornire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi di base essenziali ai bambini e alle famiglie sfollate nei campi a causa dei violenti attacchi che continuano a verificarsi nella regione. Ad esempio, nelle località di Palma Sede, Quitunda e Mute sono stati costruiti 15 pozzi e altri 15 sono stati riabilitati. Sono state organizzate 57 sessioni di sensibilizzazione, incentrate sulla promozione di pratiche igieniche positive, tra cui l’importanza di lavarsi le mani con l’acqua, come mezzo per prevenire le malattie. Queste sessioni di sensibilizzazione hanno raggiunto più di 22.000 persone. Questi interventi non solo garantiscono l’accesso all’acqua potabile, ma promuovono anche l’educazione all’igiene e alla salute tra gli sfollati del conflitto di Cabo Delgado, dimostrando come l’acqua sia intrinsecamente legata al benessere umano e allo sviluppo sostenibile.

L’AICS è attivamente impegnata nella costruzione di sistemi idrici e nella perforazione di pozzi nelle aree più colpite dalla guerra civile attraverso DELPAZ. DELPAZ, il programma del governo mozambicano finanziato dall’Unione Europea con il sostegno del Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo del Capitale (UNCDF), è attuato nelle province di Manica e Tete dall’AICS, mentre l’Agenzia austriaca per lo sviluppo (ADA) è attiva nella provincia di Sofala. Questi sforzi non solo migliorano l’accesso all’acqua potabile, ma svolgono anche un ruolo cruciale nel ripristinare la fiducia e la stabilità nelle comunità devastate dal conflitto. Il Programma DELPAZ è un esempio tangibile di come la cooperazione internazionale possa trasformare positivamente la vita delle persone, promuovendo la pace e la ricostruzione post-bellica attraverso l’accesso a risorse fondamentali come l’acqua.

Con l’avvicinarsi del decimo Forum mondiale dell’acqua a Bali, in Indonesia (18-25 maggio), è fondamentale mantenere lo scambio di buone pratiche e la collaborazione globale per affrontare le sfide legate all’acqua. La presenza della sede regionale AICS di Maputo al forum sottolinea il costante impegno della comunità internazionale nel promuovere una gestione sostenibile dell’acqua e nel raggiungere gli obiettivi di sviluppo comuni.

 

20 anos de investigação rumo à excelência e à inovação científica: descobrir e pensar o futuro

“20 anos de investigação rumo à excelência e inovação científica: descobrir e pensar o futuro” é o lema das celebrações dos vinte anos do Centro de Biotecnologia da Universidade Eduardo Mondlane (CB-UEM), que decorrem de 12-16 de maio 2025.

Lucinda de Araujo, actual directora do CB-UEM, dando as boas-vindas realçou a importância do CB-UEM e da sua filosofia para responder às necessidades do País e convidou os fundadores e os pioneiros do CB-UEM para contarem “como foi” que se chegou a este aniversario tão importante para a ciência moçambicana.  Lucinda de Araujo destacou como “o CB-UEM tem sido crucial na detecção e combate de pragas e doenças em plantas, animais e humanos, apoiando várias instituições nacionais. Atuou no diagnóstico de viroses do camarão, zoonoses como leptospirose e no controle de OGM. Destacou-se ainda no esforço nacional contra a COVID-19, em parceria com o Instituto Nacional de Saúde”.

O lema escolhido para a efeméride “reflecte perfeitamente o espírito visionário que tem guiado o Centro”, nas palavras de Paolo Sertoli, director de AICS-Maputo, na sua intervenção onde frisou o modelo de funcionamento que subjaz no modelo de cooperação entre a Universidade Eduardo Mondlane e a Cooperação Italiana: “confiança mútua entre as parte é uma grande mais-valia, sem a qual talvez não tivesse sido possível concretizar o que hoje celebramos […] Devemos reflectir cuidadosamente sobre este valor, porque é o resultado global que deve ser perseguido por todas as iniciativas de cooperação”.

Sertoli frisou como “ao longo destes 20 anos, o Centro de Biotecnologia tem cumprido exemplarmente os seus objectivos fundamentais, criando uma base sólida de capacidade local que é crucial para o desenvolvimento sustentável. O investimento na criação de capacidade local – através da formação avançada de investigadores, da transferência de tecnologia e do desenvolvimento de infraestruturas – tem sido um dos pilares mais importantes para Itália através da AICS”.  O director da AICS-Maputo frisou como “nesta nova fase, o Centro de Biotecnologia assume um papel estratégico como provedor de serviços especializados, que a AICS tem a honra de mobilizar no desenvolvimento dos projectos em curso — com destaque para o apoio prestado ao SERNIC através do Programa RINO — e também nas iniciativas futuras, nas quais a pesquisa científica será colocada no centro como motor de um desenvolvimento sustentável, equitativo e respeitador da biodiversidade, promotora da vida e do bem-estar humano”.

O Reitor da UEM, Manuel Guilherme Junior, realçou a importância da cooperação italiana na instituição do próprio Centro que, desde o seu começou, viu muitos professores italianos envolvidos no seu crescimento.

O antigo director do CB-UEM, Luis Neves, num discurso apaixonado recordou o sonho que fez surgir o CB-UEM, um sonho que envolveu muitos professores, estudantes moçambicanos e estrangeiros, entre eles professores italianos que têm contribuído a alimentar esse sonho que hoje é matéria viva, um sonho que fez com que o CB-UEM tenha sido um dos primeiros, no mundo, a acreditar num curriculum integrado: “temos o orgulho de termos o primeiro mestrado OneHealth no planeta”.

Joaquim Saíde, também antigo director do CB-UEM, salientou a importância da Cooperação italiana, agradecendo várias universidades, em particular a de Sassari, vários professores, entre eles, Mauro Duranti, Mauro Colombo e Elisa Taviani, que deram um contributo crucial para o mestrado. 

O programa continua nos próximos dias com mesas redondas, feiras, visitas para os estudantes ao CB-UEM e o lançamento da campanha “CB-UEM 20 anos: mãos que pensam e ajudam” porque o bem-estar comunitário é um dos pilares da filosofia do CB-UEM.