“Towards a metropolitan vision for the Maputo province”: il progetto di ricerca é ora disponibile!

Quali visioni per il futuro della “Grande Maputo”? Quali strategie territoriali si possono immaginare per promuovere uno sviluppo integrato e sostenibile della regione metropolitana della capitale mozambicana?
Sono questi gli interrogativi che trovano risposta in “Towards a metropolitan vision for the Maputo province: an agenda for an integrated and sustainable territorial development in the South of Mozambique”, ora disponibile online!
Il manuale presenta i risultati del progetto di ricerca Boa_ma_nhã, Maputo!”, sostenuto dall’AICS e prodotto della collaborazione scientifica e universitaria tra il Politecnico di Milano e l’Università Eduardo Mondlane del Mozambico.
La Grande Maputo è una delle regioni più dinamiche del Paese, rappresenta il 40% della popolazione e contribuisce per oltre la metà del PIL. Si tratta di un’area geografica prioritaria per l’Agenzia in Mozambico, dove concentriamo i nostri sforzi per uno sviluppo territoriale integrato, basato sui reali bisogni della popolazione, con il coinvolgimento di atenei di eccellenza italiani e mozambicani.

Pubblicata la Call for Proposals per il programma di cooperazione delegata DELPAZ “Desenvolvimento Local para a Consolidação da Paz em Moçambique”

La sede di Maputo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS Maputo), uno dei partner realizzatori dell’iniziativa DELPAZ “Desenvolvimento Local para a Consolidação da Paz em Moçambique” finanziata dall’Unione Europea, invita tutti gli attori interessati a presentare proposte per contribuire a “migliorare le condizioni di sussistenza delle comunità rurali nei distretti più colpiti dal conflitto, con attenzione speciale alle donne ed ai gruppi più vulnerabili”, nelle Provincie di Manica e Tete.

Con il fine ultimo di “contribuire al consolidamento della pace a livello sub-nazionale in Mozambico”, AICS intende favorire, in collaborazione con le autorità locali, per le comunità colpite dal conflitto nei Distretti di Barue, Macossa, Guro, Tambara e Gondola (Provincia di Manica) e nei Distretti di Moatize, Tsangano e Doa (Provincia di Tete) opportunità di sviluppo socio-economico, attraverso processi inclusivi e partecipativi, valorizzando i network locali e le potenzialità del territorio.

Con un approccio attento alla mitigazione dei conflitti ed alla costruzione della pace, alla reintegrazione e riconciliazione, alla governance inclusiva ed alla pianificazione territoriale partecipata, all’inclusione sociale dei gruppi più svantaggiati e all’emancipazione delle donne, al potenziamento dei mercati e delle filiere locali, alla resilienza delle comunità ai cambiamenti climatici, AICS Maputo cerca partner pronti a collaborare, nelle aree geografiche indicate, per: 1) migliorare gli investimenti pubblici e la fornitura di servizi; 2) aumentare l’adozione di tecnologie e pratiche agricole climate smart, che migliorino la produttività delle comunità colpite dal conflitto; 3) facilitare l’integrazione nel mercato delle comunità colpite dal conflitto e la promozione di attività economiche extra-agricole.

Dotazione finanziaria:

  • LOTTO 1 – MANICA (Provincia di Manica: Distretti di Barue, Macossa, Guro, Tambara e Gondola): MAX 3.925.000 €;
  • LOTTO 2 – TETE (Provincia di Tete: Distretti di Moatize, Tsangano e Doa): MAX 2.355.000 €

Scadenza bando: 25 Gennaio 2022 alle 16:00 – ora di Maputo

Sessione informativa on-line: 22 Novembre 2021 alle 15:00 – ora di Maputo

Call for Proposals

Presentazione Piano Indicativo Pluriennale (PIP) 2022-2026

“Fare sistema per uno sviluppo sostenibile: in Mozambico si può!” Con questo invito si è conclusa la riunione di presentazione del Piano Indicativo Pluriennale (PIP) 2022-2026, oggi a Maputo.

“Vi invitiamo a considerare questo Piano come un tassello del ‘puzzle’ e a mettere in campo tutte le risorse per completarlo, in ottica di condivisione di un percorso di cooperazione, lungo già oltre 50 anni”. È stato questo l’invito del Titolare di Sede AICS Maputo, Paolo Enrico Sertoli, ai rappresentanti delle OSC, dell’ICE, delle Università che, in presenza e da remoto, hanno partecipato oggi alla presentazione del Piano Indicativo Plurieannle.

È la prima volta che un Piano Indicativo Pluriennale viene presentato, in Mozambico, agli attori della cooperazione italiana allo sviluppo, come hanno notato alcuni rappresentanti delle OSC presenti.

Grande apprezzamento per l’iniziativa è stato anche espresso dall’Ambasciatore d’Italia, Gianni Bardini: “una occasione di dialogo per fare Sistema, in modo aperto e trasparente”.

La principale novità del PIP è l’impostazione di un quadro comune di risultati per garantire l’accompagnamento del Piano, monitorare il suo contributo al Piano di Sviluppo Nazionale attraverso un Sistema di monitoraggio congiunto, partecipativo,  per riorientare in-itinere azioni e risorse, in seguito al quale, come conseguenza diretta, poter attingere a nuove fonti di finanziamento.

Smartphone e galline

Il signor Artur Mainato Randim non vuole più sentir parlare della guerra. Il tempo gli ha fatto dimenticare quei giorni terribili e ora vuole solo pensare alla sua fattoria e guardare al futuro. È uno dei DDR, le persone che sono entrate nel programma di disarmo, smobilitazione e reintegrazione, frutto dell’accordo di pace di Maputo firmato nel 2019.

Il signor Artur vive nella comunità di Missoche, nel distretto di Dôa, nella provincia di Tete.

In passato produceva mais, arachidi, fagioli e nehmba, banane e canna da zucchero. Ma il suo sogno era quello di coltivare pomodori e cavoli.
Con l’arrivo di DELPAZ – il programma del governo mozambicano finanziato dall’Unione Europea – nel distretto di Dôa, il suo sogno è diventato realtà.

Attraverso la Fondazione SEPPA – membro del consorzio che lavora con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) – ha ricevuto semi di cavoli, pomodori e fagioli. Inoltre, ha ricevuto una formazione per produrre questi ortaggi nel suo campo di 9800 metri quadrati.

Il raccolto è stato generoso e con la vendita degli ortaggi il signor Artur ha potuto acquistare anche uno smartphone e cinque galline.
Ora si mette al lavoro. Ha in programma di aumentare l’area di produzione a due ettari e di coltivare cavoli, cavolini, carote e cipolle nella seconda stagione dell’anno in corso.

“Spero davvero che DELPAZ rimanga qui perché ha portato tanti benefici alla nostra comunità”, afferma convinto il signor Artur, il cui sogno ora è quello di diventare un agricoltore modello e di essere un esempio per l’intera comunità.

20 anni di ricerca verso l’eccellenza e l’innovazione scientifica: scoprire e pensare il futuro

20 anni di ricerca verso l’eccellenza e l’innovazione scientifica: scoprire e pensare il futuro” è il motto che accompagna le celebrazioni per il ventesimo anniversario del Centro di Biotecnologia dell’Università Eduardo Mondlane (CB-UEM), in programma dal 12 al 16 maggio 2025.

Nel suo intervento di apertura, Lucinda de Araujo, attuale direttrice del CB-UEM, ha sottolineato l’importanza del Centro e della sua filosofia orientata a rispondere ai bisogni del Paese. Ha inoltre invitato i fondatori e i pionieri del CB-UEM a raccontare “com’è stato” arrivare a questo anniversario così significativo per la scienza mozambicana.

Lucinda de Araujo ha evidenziato come “il CB-UEM sia stato cruciale nella rilevazione e nella lotta contro parassiti e malattie che colpiscono piante, animali e esseri umani, offrendo supporto a numerose istituzioni nazionali. Il Centro ha operato nella diagnosi di virosi nei gamberi, zoonosi come la leptospirosi e nel controllo degli OGM. Si è inoltre distinto nell’ambito della risposta nazionale alla pandemia di COVID-19, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Sanità”.

Secondo Paolo Sertoli, direttore dell’AICS-Maputo, il motto scelto “riflette perfettamente lo spirito visionario che ha guidato il Centro”. Nella sua dichiarazione, ha messo in evidenza il modello operativo alla base della cooperazione tra l’Università Eduardo Mondlane e la Cooperazione Italiana: “La fiducia reciproca tra le parti è un valore aggiunto fondamentale, senza il quale forse non saremmo qui oggi a celebrare questo traguardo. È un valore sul quale dobbiamo riflettere con attenzione, perché rappresenta il risultato globale che ogni iniziativa di cooperazione dovrebbe perseguire”.

Sertoli ha sottolineato inoltre che “in questi 20 anni, il Centro di Biotecnologia ha raggiunto con successo i propri obiettivi fondamentali, costruendo una solida base di competenze locali, elemento cruciale per lo sviluppo sostenibile. L’investimento nella formazione avanzata dei ricercatori, nel trasferimento tecnologico e nello sviluppo infrastrutturale è stato uno dei pilastri fondamentali del sostegno italiano attraverso l’AICS”.

 

Ha aggiunto che “in questa nuova fase, il Centro di Biotecnologia assume un ruolo strategico come fornitore di servizi specializzati, che l’AICS è orgogliosa di mobilitare nello sviluppo dei progetti in corso — in particolare nel sostegno fornito al SERNIC attraverso il Programma RINO — e anche nelle future iniziative, nelle quali la ricerca scientifica sarà posta al centro come motore di uno sviluppo sostenibile, equo, rispettoso della biodiversità, promotore della vita e del benessere umano”.

Il Rettore dell’UEM, Manuel Guilherme Junior, ha ribadito l’importanza della Cooperazione Italiana nella fondazione stessa del Centro, che sin dai suoi inizi ha visto il coinvolgimento di numerosi docenti italiani nel suo sviluppo.

 

Luis Neves, ex direttore del CB-UEM, in un discorso sentito, ha ricordato il sogno che ha dato vita al Centro: un sogno che ha coinvolto molti docenti e studenti, mozambicani e stranieri, tra cui diversi professori italiani che hanno contribuito ad alimentarlo, trasformandolo in una realtà viva.

Siamo orgogliosi di avere il primo master OneHealth al mondo, un traguardo reso possibile dalla nostra fiducia in un curriculum integrato sin dall’inizio”.

 

Anche Joaquim Saíde, altro ex direttore del CB-UEM, ha sottolineato l’importanza della Cooperazione Italiana, ringraziando diverse università italiane — in particolare quella di Sassari — e professori come Mauro Duranti, Mauro Colombo ed Elisa Taviani, tra gli altri,  per il loro contributo determinante alla nascita del master.

Il programma prosegue nei prossimi giorni con tavole rotonde, fiere, visite al CB-UEM da parte degli studenti e il lancio della campagna “CB-UEM 20 anos: mãos que pensam e ajudam” (“mani che pensano e aiutano”), a sottolineare come il benessere comunitario sia uno dei pilastri della filosofia del Centro.

Mozambico: lanciati due nuovi bandi per iniziative in affidamento a OSC

La nostra Sede ha lanciato il bando “eCRVS – Supporto alla modernizzazione del sistema del registro civile e delle statistiche vitali del Mozambico” (AID 11650) e “Rigenera: Riqualificazione Integrata del Bairro Chamanculo C a Maputo – Progetto di promozione dello sviluppo socioeconomico locale e della salvaguardia ambientale” (AID 11649.02.4), entrambi in affidamento a OSC.

Gli avvisi con i relativi allegati si posso scaricare nella sezione dedicata del nostro sito o sul sito della Sede centrale di Roma, mentre la scadenza per la presentazione delle proposte é il 27 Maggio 2019.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise in missione in Mozambico

Una delegazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZSAM) si è recata a Maputo per verificare le condizioni del Laboratório Veterinário Central (LCV) di Maputo, valutarne le attività diagnostiche, il sistema qualità e le procedure di biosicurezza.

La missione si é realizzata dal 24 al 28 febbraio 2020 nell’ambito dell’iniziativa di gemellaggio, appoggiata dall’AICS, tra il Laboratorio veterinario di Maputo e l’IZSAM, che rappresenta un’eccellenza nel campo della sanità pubblica veterinaria.

L’iniziativa, la cui conclusione é prevista per il mese di maggio 2020, si propone di rafforzare le capacità tecniche del personale e delle procedure diagnostiche del LCV e di facilitare la produzione di dati scientifici.

 

Inclusione e disabilità: l’impegno dell’AICS in Mozambico promuove formazione e lavoro per i giovani

Secondo l’ultimo censimento (2017), la disabilità in Mozambico riguarda il 2,6% della popolazione, e i giovani sono tra le categorie più a rischio di esclusione sociale ed economica.

Con l’obbiettivo di promuovere formazione e lavoro per le persone con disabilità, l’iniziativa “PIN: percorsi partecipativi per l’inclusione economica dei giovani con disabilità in Mozambico” si è concentrata proprio sui giovani. Tra le attività realizzate: 3 Centri di Formazione Professionale al nord, centro e sud del Paese riabilitati e resi accessibili, dotati di strumenti tecnologici e di 3 uffici per l’inclusione; 120 borse di studio garantite a studenti con disabilità, per permettere loro di frequentare corsi di formazione professionalizzanti, e servizi di orientamento al lavoro personalizzati; 300 persone formate in metodologie didattiche inclusive, sistema Braille, lingua dei segni, metodologia di ricerca emancipatoria, tecnologie abilitanti; 60 kit di lavoro distribuiti agli studenti più meritevoli: con gli “strumenti del mestiere”, i giovani potranno avviare le proprie attività commerciali in autonomia; 3 pulmini per il trasporto di studenti con disabilità fisica consegnati e operanti.

Il progetto PIN, realizzato attraverso le OSC AIFO, ISCOS e Terre des Hommes e in collaborazione con il Forum delle Associazioni Mozambicane delle persone con disabilità FAMOD, si è concluso il 5 febbraio, con una cerimonia alla quale hanno partecipato insieme ad AICS le autorità mozambicane, e in particolare il Segretario Nazionale per la Gioventù e l’Impiego, e i rappresentanti delle OSC italiane e mozambicane. Nonostante la conclusione dell’iniziativa, tutti i partecipanti hanno manifestato la volontà di proseguire il proprio impegno per promuovere l’inclusione dei giovani, in società dove nessuno sia lasciato indietro.

      

 

Recupero della resilienza multidimensionale nei distretti di Ibo e Búzi

Beira, Giovedi 4 Novembre 2021 – Lanciato con successo il progetto “Recupero della resilienza multidimensionale nei distretti di Ibo e Búzi”, finanziato da AICS nell’ambito del Programma “RINO – Risorse, Innovazione e Sviluppo per le Aree di Conservazione”, del valore di 9,5 milioni di euro. Organizzata dal partner UN-Habitat, esecutore dell’iniziativa insieme a UNESCO ed ILO, la cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Esecutivo del GREPOC (Gabinete de Reconstrução Pós-Ciclone) Paulo Mandlate, della Direttrice della Sede AICS di Maputo Ginevra Letizia, del Governatore del Distretto di Ibo Issa Satar Momade e dei rappresentanti delle Agenzie UN coinvolte.

Per un valore di 2,7 milioni di euro, il progetto ha durata triennale e punta sull’adozione multidimensionale ed integrata di due diverse metodologie per il recupero resiliente: una per le aree soggette a ciclone e una per quelle colpite da alluvioni, selezionando – d’accordo con le priorità del Piano di ricostruzione post-ciclone – i Distretti di Ibo e Buzi. L’iniziativa servirà anche da quale modello pilota.

Nello specifico, le quattro componenti mirano a (i) sviluppare quadri di azione locale per il recupero fisico, sociale ed economico e la resilienza post-catastrofe; (ii) accompagnare la riabilitazione sostenibile e resiliente del patrimonio fisico e culturale locale, con attenzione agli impatti ambientali; (iii) consentire la ricostruzione sostenibile degli insediamenti umani; (iv) facilitare la ripresa socioeconomica e la creazione di posti di lavoro.

Il ciclone Idai e Kenneth nel 2019, così come Eloise nel 2021, hanno causato danni significativi in ​​tutto il paese; in particolare Idai ha provocato inondazioni nei fiumi Pungué e Búzi, colpendo aree urbane, periurbane e rurali. In totale, più di 17.000 famiglie sono state spostate a causa dell’impatto del ciclone, di cui 11.300 nella sola provincia di Sofala. Successivamente, il ciclone Kenneth ha causato danni significativi nel Nord del paese. Nel distretto di Ibo, circa il 90% delle abitazioni è stato danneggiato parzialmente o del tutto, insieme alla maggior parte dei mezzi di sussistenza e delle infrastrutture pubbliche. L’immenso patrimonio architettonico, storico e culturale di questa zona si e’ fatto ancora più vulnerabile; di conseguenza, queste due aree di intervento richiedono un approccio multidimensionale per supportarne il recupero.

 

Analisi del rischio e ai sistemi di allerta precoce

La geomorfologia, l’idrografia, l’orografia e il profilo climatologico del Mozambico rendono il paese particolarmente vulnerabile agli impatti dei fenomeni climatici estremi:  cicloni, inondazioni, temperature e precipitazioni estreme, tutti fenomeni che hanno impatto  negativo sul tessuto sociale, produttivo e sulla economia nazionale.

Inoltre, nel corso degli ultimi decenni, l’intensitá e la frequenza di questi eventi tendono ad aumentare, incrementando i livelli di vulnerabilità, con particolare riferimento alle comunità locali residenti in zone costiere e rurali del Paese.

All’analisi del rischio e ai sistemi di allerta precoce è stato dedicato il seminario “Analisi del rischio e sistemi di allerta precoci per la resilienza climatica”  – organizzato dall’Insituto Nacional de Gestão e Redução do Risco (INGD) dalla OSC italiana WW-GVC, la Fondazione CIMA, con il sostegno e la partecipazione di ECHO, dell’Ambasciata italiana a Maputo e dell’UNDRR –  con l’obiettivo di condividere le conoscenze e le esperienze tra i diversi attori nazionali e internazionali su come la conoscenza del rischio su base scientifica e un sistema di allerta precoce efficiente possano consentire uno sviluppo sostenibile, mitigando le perdite economiche causate da eventi catastrofici e guidando gli investimenti futuri in Mozambico.

La Sede AICS di Maputo, in considerazione dell’impegno profuso nel corso degli ultimi anni in risposta a vari accadimenti climatici estremi (tra gli altri, cicloni Idai e Kenneth e, El Nino) è stata invitata a fornire un contributo di natura tecnica. Per AICS di Maputo, ha partecipato il Titolare di Sede, Paolo Enrico Sertoli, descrivendo la risposta di emergenza della Cooperazione italiana allo sviluppo/AICS negli ultimi anni in Mozambico, attraverso la presentazione delle principali iniziative settoriali implementate dalla Sede. In particolare, é stata presentata la risposta italiana a tre eventi specifici: nel 2015-16, il fenomeno meteorologico di portata globale El Niño che ha causato la peggiore siccità degli ultimi 35 anni nella maggior parte dei Paesi dell’Africa meridionale; il ciclone tropicale Idai (2019) e il ciclone tropicale Kenneth, che ha colpito il Mozambico settentrionale appena sei settimane dopo il ciclone Idai.

La risposta dell’AICS ha gradualmente incluso componenti di conoscenza del rischio e sistemi di allerta precoce multirischio, una best practice che ha coinvolto in modo orizzontale le comunità locali per la loro partecipazione attiva alla implementazione dei piani locali di adattamento al cambiamento climatico.